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Un'altra idea è quella di pubblicare un libro. Un libro illustrato che parli della creatività presente in tutte le persone e non solo negli artisti.

Altre idee sono legate alla promozione culturale di questi giovani artisti appena conosciuti. Tre di loro, nei suoi discorsi, diventano i "moschettieri di Olga".

Olga apre la sua casa a chi condivide i suoi progetti e da molte serate trascorse sul suo divano, tra i suoi papaveri ad acquerello e le collezioni di terrecotte, nascono e si realizzano le sue idee più belle.



              OLGA


Siamo a Lecce, primavera 1996: molti giovani artisti salentini provano ad emergere dal buio dell'anonimato esponendo le proprie "opere" in ogni spazio pubblico o privato disponibile.

Spuntano come funghi associazioni artistiche che si autoproclamano "non a scopo di lucro" e che promettono a tutti un po' di visibilità in una città troppo impegnata ad ammirare le luci dei fiorenti centri commerciali per accorgersi dei tormenti interiori di artisti in erba.

Una di queste sedi associative viene inaugurata il 5 aprile con la prima mostra di un ventottenne metà pittore e metà fumettista. Un giovane ingenuo che crede ancora alle fate e ai miracoli.

Altri artisti, più o meno giovani ed altri giovani, più o meno artisti si incontrano in questo spazio.

Ninfeo delle Fate (dal calendario '99 di Enzo De Giorgi)
Olga non passa inosservata. Per chi l'ama è una stella, una cometa da seguire e da cui lasciarsi guidare. Per chi non ha tempo, per i presuntuosi e gli arroganti, per i troppo pieni di sè e per quelli che non ottengono da lei ciò che egoisticamente vorrebbero, Olga è una pazza.

... E Olga la pazza si muove tra la gente, entra nei locali, sale ai piani alti di qualsiasi torre burocratica, parla in faccia ai grandi di questa città... coi suoi occhiali spessi ed i suoi modi diretti sa farsi dire di sì. Il vivere di sola arte però risulta difficile per molti di quei giovani artisti, e alcuni di loro abbandonano il Salento per seguire destini diversi. Il nostro ventottenne ha accettato una supplenza in un Istituto d'Arte della provincia di Cuneo. Ne avrà per molti anni.

Ma come sempre accade, il tempo passa portandosi via ogni cosa. Le stelle si spengono, i papaveri appassiscono... e anche la luce di Olga, un giorno, si è persa in un grande silenzio.

Ci resta il senso di un alone impalpabile attorno agli oggetti che, nonostante il passare del tempo, sanno ancora parlare di lei: un libro, un dipinto, una bambola di cartapesta, una poesia... un racconto.



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Murales a Poggiardo,
un lavoro pittorico
di gruppo:
Enzo De Giorgi,
Raffaele Vacca,
Massimo Quarta...
Olga si presenta come una ex-giornalista... ex-editrice... ex-tantecose. "Marina Ricciardi" è lo pseudonimo con cui firma i suoi splendidi acquerelli. Ha ormai una certa età e passando dal centro storico è attratta dai dipinti di quel giovane pittore. La donna ha un paio di occhiali spessi ed osserva tutto e tutti sentenziando su pitture e sculture.

Inizia a frequentare questo ambiente stringendo amicizia con molti artisti (e aspiranti artisti) diventando in breve tempo un punto di riferimento per diversi di loro.

Olga ha molte idee. Sa anche come trasformarle in realtà. Non conosce ostacoli. Dice di essere "quella del sì".
Una delle sue idee ricorrenti è quella di salvare il "Ninfeo delle Fate"...il bellissimo ipogeo di epoca romana poco distante dal suo quartiere.

LA STORIA DI
Olga dipinge papaveri (dal "Faro",2008 di Enzo De Giorgi)
follie di Antenore
"Follie d'Antenore", 2000 il libro-ricerca fortemente voluto da Olga (Marina Ricciardi)
Lecce, 2008: la sala di quell'associazione artistica che ci ha permesso di conoscere Olga oggi è diventata una delle tante pizzerie del centro storico.

Un quarantenne metà insegnante e metà altrecose, tornato da un lungo esilio  percorre ancora quei vicoli respirando odori scomparsi... e tra quei muri, nell'afa estiva, come un riverbero strano, sovente intravede una donna di spalle fermarsi e poi svanire lenta tra quei riflessi... a volte la donna si volta, abbassa i suoi occhiali spessi, gli sorride. Poi si rigira e riprende il cammino e scompare salendo gradini fantasmi.

Se capita anche a voi , a volte, di avere, per il centro di Lecce, la stessa visione, allora si tratta di Olga, che insegue correnti di acque invisibili per il suo antico Ninfeo.

Quel quarantenne, tra le ombre lunghe di un tardo pomeriggio settembrino insegue furtivo uno di quei riflessi strani che dalla vetrina di "Belle Arti Caiulo" rimbalza dall'altra parte della strada... infilandosi tra i vetri anonimi di un vecchio edificio che ospita però inaspettatamente un laboratorio artistico. Il nostro quarantenne si specchia e tra trespoli e terrecotte riconosce quell'artista. I due si parlano ed i pensieri comuni confluiscono nel ricordo di Olga. Non ci crederete, ma sul vetro opaco di quel laboratorio, per un istante, è apparso il riflesso di una donna con gli occhiali spessi che sorride stringendo a sè due suoi moschettieri.    

Voglio raccontarvi una storia di arte e amicizia ambientata a Lecce nella seconda metà degli anni novanta.
EnzoDeGiorgi
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